Joan Mitchell

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Joan Mitchell's yearbook photo from circa 1942
Joan Mitchell, ca. 1942, annuario della scuola Francis W. Parker School

Joan Mitchell (Chicago, 12 febbraio 1925Parigi, 30 ottobre 1992) è stata una pittrice statunitense, appartenente all'espressionismo astratto americano e poi all'Action painting[1][2].

Nata il 12 febbraio 1925 a Chicago, figlia di una poetessa e scrittrice e montatrice, che ispirò l'interesse della figlia per la poesia, e di un dottore di successo, dal quale ricevette la passione per l'arte.[3] Joan Mitchell ha conseguito il Bachelor of Fine Arts e il Master of Fine Arte alla School of the Art Institute di Chicago.[1][4][2] Trasferitasi a New York alla fine degli anni quaranta, si avvicinò allo stile di Willem de Kooning, Jackson Pollock e Hans Hofmann, importanti esponenti dell'espressionismo astratto.[1][3][5]

Nel 1951 fu una delle poche donne invitate ad unirsi al The Club, il punto di ritrovo della East Eighth Street dove gli espressionisti astratti si incontrarono per discussioni settimanali.[5] Nel 1951 Joan Mitchell entrò a far parte dell'innovativo "Ninth Street Show", diretto dal collezionista d'arte Leo Castelli presso il Circolo degli artisti del Greenwich Village.[1]

Nei decenni successivi, l'artista ha soggiornato sia a Parigi sia a New York, diventando famosa per il suo stile caratterizzato dai ritmi compositivi, dalle forme a blocchi, dalla colorazione lirica e audace e dalle ampie pennellate gestuali dei suoi dipinti grandi, ispirandosi al paesaggio, alla natura e alla poesia, per comunicare emozioni e sentimenti senza creare un'immagine riconoscibile.[3][1]Le opere di Joan Mitchell si caratterizzarono per strati luminosi di colore ispirati dalla natura, come ben evidenziato dal suo lavoro Sunflower (1972),[1] e soprattutto per il bilanciamento di elementi di composizione strutturata con uno stato d'animo di improvvisazione selvaggia.[3]

«I miei dipinti sono intitolati dopo che sono finiti. Dipingo dai paesaggi ricordati che porto con me - e ne ho ricordato i sentimenti, che ovviamente si trasformano.[1]»

«Ha trasformato la pittura gestuale dell'Espressionismo astratto in un vocabolario completamente suo che potrebbe diventare anche il nostro. E il suo totale assorbimento delle lezioni di Matisse e van Gogh ha portato ad una padronanza del colore inseparabile dal movimento di luce e pittura. La sua capacità di riflettere il flusso della sua coscienza in quello della natura e nella pittura, è quasi impareggiabile.[4]»

Joan Mitchell morì il 30 ottobre 1992 a Parigi, all'età di sessantasette anni.[1]

Le sue opere sono presenti nelle collezioni del Centro Georges Pompidou di Parigi, del Museum of Modern Art di New York e della Tate Gallery di Londra, tra le altre.[1]

  • Istituto di Arte di Chicago, 1947;
  • Premio Lissone, Milano, 1961;
  • Università di Miami, Ohio, Dottorato onorario, 1971;
  • Brandeis Università, Premio di Arte Creativa, 1973;
  • Scuola dell'Istituto di Arte di Chicago, Dottorato onorario, 1987;
  • Ministero della cultura francese, Premio per l'arte, 1989;
  • Grand Prix delle Arti (pittura) della Ville di Parigi, 1991.
  1. ^ a b c d e f g h i (EN) Joan Mitchell, su artnet.com. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  2. ^ a b le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 516.
  3. ^ a b c d (EN) Joan Mitchell, su theartstory.org. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  4. ^ a b (EN) Joan Mitchell Foundation, su joanmitchellfoundation.org. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  5. ^ a b (EN) Joan Mitchell, su moma.org. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  • (DE) Action Painting, Ostfildern, Hatje Cantz Verlag, 2008.
  • (DE) Joan Mitchell Works on Paper - 1956-1992, Steidl Verlag, 2007.
  • (EN) Patricia Albers, Joan Mitchell: Lady Painter: A Life, New York, Alfred A. Knopf, 2011.
  • (EN) Whitney Chadwick, Women, Art, and Society, Londra, Thames & Hudson, 2007.
  • (EN) Marika Herskovic, New York School: Abstract Expressionists : Artists Choice by Artists : a Complete Documentation of the New York Painting and Sculpture Annuals, 1951–1957, New Jersey, New York School Press, 2000.
  • (EN) Dave Hickey, 25 Women: Essays on Their Art, Illinois, University of Chicago Press, 2016.
  • (EN) Klaus Kertess, Joan Mitchell, New York, Harry N. Abrams, 1997.
  • (EN) Jane Livingston, The Paintings of Joan Mitchell, New York, Whitney Museum of American Art, 2002.
  • (EN) Helen Molesworth, Joan Mitchell: Leaving America, New York to Paris, 1958 – 1964, Londra, Hauser & Wirth, 2007.
  • (EN) Eleanor Munro, Originals: American Women Artists, New York, Simon & Schuster, 1979.
  • (DE) Nils Ohlsen, Joan Mitchell: Weggefährtin von Jackson Pollock, Heidelberg, Kehrer, 2009.
  • (DE) Gerd Presler, Joan Mitchell, Die Qualität des Lichts, in Gerd Presler, Das Skizzenbuch- Glücksfall der Kunstgeschichte, Weingarten/Baden, 2017.
  • (EN) David Seidner, Artists at Work : Inside the Studios of Today's Most Celebrated Artists, New York, Rizzoli International Publications, 1999.
  • (EN) Jane Livingston, Y. Lee Yvette e Linda Nochlin, The Paintings of Joan Mitchell, Los Angeles, 2002.

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